La prima asta del Decreto FER-X Transitorio, che si colloca all’interno del quadro normativo dal Net Zero Industry Act (NZIA) e che ha come obiettivo soltanto l’incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili ma anche il rafforzamento della filiera industriale europea del fotovoltaico, si è chiusa con un risultato che ha superato le aspettative degli osservatori e degli stessi promotori: sono infatti arrivate 157 richieste, per una capacità complessiva di 1,85 GW, a fronte di un contingente incentivabile fossato a 1,6 GW, segno evidente di un mercato dinamico e di un settore che, pur tra difficoltà legate ai costi e alla concorrenza internazionale, mostra una vitalità che non può essere ignorata.
La procedura, conclusasi il 31 ottobre 2025, ha visto una partecipazione massiccia da parte di operatori di diversa dimensione, dai grandi player nazionali alle realtà più radicate sul territorio, e ha messo in luce come l’interesse verso gli incentivi non sia soltanto legato alla prospettiva di un ritorno economico immediato, ma anche alla possibilità di garantire la bancabilità dei progetti, di attrarre investimenti e di consolidare la posizione delle imprese italiane in un contesto europeo che, il NZIA, punta a ridurre la dipendenza delle importazioni di tecnologie verdi e a rafforzare la resilienza industriale.
Ora il compito del GSE, che entro il 15 dicembre dovrà pubblicare le graduatorie ufficiali, selezionando i progetti non soltanto sulla base del prezzo offerto ma anche attraverso criteri che tengono conto dell’origine dei componenti, della sostenibilità della filiera e della capacità di contribuire agli obiettivi di carbonizzazione. Non tutti i progetti, dunque, potranno accedere agli incentivi, e proprio questa selezione, che si annuncia competitiva e stringente, sarà decisiva per comprendere quali iniziative potranno effettivamente trasformarsi in impianti operativi e quali invece resteranno sulla carta.
Dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è arrivata una nota di soddisfazione, nella quale si sottolinea come “questa prima asta dimostri la vitalità del mercato e la prontezza delle imprese italiane, rappresentando un passo concreto verso la decarbonizzazione e la resilienza industriale”. Una dichiarazione che, pur nella sua sobrietà istituzionale, lascia intendere la volontà del Governo di utilizzare il FER-X come strumento non soltanto di politica energetica ma anche di politica industriale, capace di rafforzare la competitività del Paese in un settore strategico.
Il FER-X, infatti, non è un meccanismo isolato, ma si inserisce in un mosaico ampio che comprende gli obiettivi europei di neutralità climatica, le strategie di riduzione delle emissioni e le misure di sostegno alla produzione interna di tecnologie rinnovabili. L’Italia, con questa prima asta, ha dimostrato di voler correre in prima linea, mostrando non soltanto la capacità di mobilitare risorse e e progetti ma anche la volontà di posizionarsi come attore centrale nella transizione energetica continentale.
La domanda di fotovoltaico, che ha superato l’offerta incentivabile, rappresenta un segnale inequivocabile: il settore è in espansione e chiede strumenti adeguati per crescere ulteriormente. La sfida, tuttavia, sarà quella di trasformare l’entusiasmo e la progettualità in impianti reali, capaci di produrre energia pulita e di contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione, senza trascurare la necessità di rafforzare la filiera industriale nazionale e id garantire che la transizione energetica si anche un’occasione di sviluppo economico e occupazionale.